ISTAMINOSI O INTOLLERANZA ALL’ISTAMINA
Questo termine si riferisce a una situazione in cui si osservano gli effetti biologici potenziati dell’istamina con il consumo di alimenti contenenti questa sostanza. A differenza dell’intossicazione da istamina, la cui gravità è direttamente proporzionale al contenuto di istamina nei nutrienti, la patogenesi dell’intolleranza all’istamina è associata a carenza congenita o acquisita di enzimi che neutralizzano l’istamina. In primo luogo, ci riferiamo a una diminuzione dell’attività dell’enzima “barriera”, DAO. Il deficit acquisito di DAO può essere dovuto a effetti farmacologici o malattie intestinali, in particolare deficit di lattasi, celiachia e malattie infiammatorie. Nelle malattie intestinali, il grado di carenza di DAO è direttamente correlato alla gravità del danno della mucosa, alla permeabilità intestinale e al malassorbimento dei carboidrati.
Lo sviluppo di intolleranza all’istamina è facilitato anche da sostanze e farmaci che influiscono sul metabolismo dell’istamina (ad esempio alcol e inibitori delle monoaminossidasi). Circa il 20% degli europei assume regolarmente farmaci che riducono l’attività DAO, aumentando il rischio di sviluppare l’intolleranza; questi farmaci includono verapamil, acido clavulanico, derivati della clorochina, acetilcisteina, amitriptilina, metamizolo e isoniazide. L’alcol e l’acetaldeide aumentano il rilascio di istamina endogena e interagiscono in modo competitivo con l’aldeide deidrogenasi, riducendo il tasso di degradazione dell’istamina.
Le carenze di rame, vitamina C e piridossina (vit. B6) possono essere possibili ragioni per la ridotta attività di DAO. L’attività DAO dipende anche dalla fase del ciclo mestruale.
Alcuni polimorfismi possono causare deficit congeniti.
Un ruolo importante nella patogenesi dell’ intolleranza all’istamina è assegnato alle caratteristiche del microbiota intestinale e della disbiosi inerenti alle malattie dell’apparato digerente. Le reazioni di decarbossilazione, essenziali per la produzione di istamina, sono considerate una strategia di sopravvivenza per i microrganismi a causa della diminuzione del pH e sono una fonte alternativa di energia. Il DAO batterico è coinvolto nella produzione di ammoniaca e perossido di idrogeno. Nei pazienti con segni di intolleranza all’istamina, sono state riscontrate quantità aumentate di Proteobacteria e Roseburia nelle feci, significative diminuzioni della diversità del microbiota intestinale e livelli aumentati di zonulina, che sono considerati indicatori di una maggiore permeabilità della barriera intestinale.
CRITERI DIAGNOSTICI: si suggerisce di seguire il seguente algoritmo:
Fase 1: in presenza di ≥2 sintomi clinici caratteristici dell’intolleranza all’istamina, le IgE devono essere escluse: devono essere valutate le reazioni allergiche mediate (tramite test cutanei), la mastocitosi sistemica (studio dell’attività della triptasi sierica) e le malattie concomitanti dell’apparato digerente, mentre deve essere valutata l’anamnesi (assunzione di farmaci che inibiscono la DAO).
L’intolleranza all’istamina deve essere prima differenziata dall’ipersensibilità mediata da IgE ai componenti alimentari (“allergia alimentare”), dalla celiachia, dall’ipersensibilità al nichel, da varie malattie associate alla diarrea e dalle condizioni associate all’ipersecrezione gastrica.
Fase 2: Deve essere eseguita la diagnostica di laboratorio, compresa la determinazione dell’attività DAO in campioni di siero di sangue o biopsia intestinale, test di provocazione orale dell’istamina, prick test cutaneo con istamina (valutazione entro 50 min), ricerca di polimorfismi genetici di DAO, studio del contenuto dei metaboliti dell’istamina (metilistamina) nelle urine e nelle feci.
Fase 3: per 4-8 settimane, i pazienti devono seguire una dieta a basso contenuto di istamina, registrando la dinamica di tutti i sintomi esistenti. I sintomi dovrebbero essere ridotti facendo la dieta.
L’“enzima barriera”, DAO, limita il flusso di istamina dal lume intestinale all’ambiente interno. Il valore soglia dell’attività DAO sierica, al di sotto del quale la probabilità dell’intolleranza è alta, è 10 U/mL.
Un prick test cutaneo all’istamina potrebbe non essere utile se vi è una carenza acquisita di DAO in presenza di malattie intestinali. In tali situazioni, dovrebbe essere utilizzato un test di provocazione orale dell’istamina e dovrebbero essere esaminati i metaboliti dell’istamina urinaria. La sfida orale dell’istamina comporta il rischio di gravi effetti collaterali e dovrebbe essere eseguita solo in ambiente ospedaliero. Inoltre, non è stato sviluppato un protocollo universale per questo test.
La base della terapia dell’intolleranza all’istamina è una dieta di eliminazione basata su alimenti a basso contenuto di istamina.
L’efficacia della dieta di eliminazione è stata dimostrata in studi clinici. Dopo 4 settimane di nutrizione adeguata, nel 33-100% dei casi è stata osservata una diminuzione della gravità dei sintomi gastroenterologici e dermatologici, nonché l’abolizione dell’emicrania. Per quanto riguarda la dieta, alcuni pazienti hanno mostrato un aumento dell’attività plasmatica di DAO. È stato anche riscontrato che l’integrazione con DAO migliora la qualità della vita dei pazienti con intolleranza all’istamina.
L’intolleranza all’istamina può essere associata con sensibilità al glutine non celiaca e carenza di disaccaridasi. In questo caso viene fatta una dieta di eliminazione con restrizione di oligosaccaridi, disaccaridi, polioli e glutine (dieta a ridotto apporto di istamina combinata con dieta low fodmap).
Se vuoi saperne di più’ non esitare a contattarmi, sono Cristian Mastropietro, Biologo nutrizionista, specializzato in nutrizione funzionale e intolleranze alimentari.
Dott. Cristian Mastropietro
BIBLIOGRAFIA: Yulia O. Shulpekova, Vladimir M. Nechaev, Irina R. Popova, Tatiana A. Deeva, Arthur T. Kopylov, Kristina A. Malsagova, Anna L. Kaysheva e Vladimir T. Ivashkin, Food Intolerance: The Role of Histamine, Nutrients. 2021 Sep; 13(9): 3207.
Published online 2021 Sep 15. doi: 10.3390/nu13093207
Published online 2021 Sep 15. doi: 10.3390/nu13093207