L’ipertiroidismo subclinico è definito come una riduzione dei livelli sierici di ormone stimolante la tiroide (TSH) accompagnato da livelli sierici normali di ormoni tiroidei: triiodotironina (T3) e il suo pre-ormone, tiroxina (T4).
Può essere indotto da fattori endogeni o esogeni, come sovrapproduzione di ormoni tiroidei o eccesso di terapia con tiroxina. Sebbene raramente l’ipertiroidismo sub-clinico evolve nella forma conclamata (approssimativamente 1% all’anno), ha un impatto negativo sulla qualità di vita del paziente.
I pazienti possono essere indeboliti dalla persistenza di segni e sintomi tipici dell’ipertiroidismo subclinico come palpitazioni, battiti accelerati, nervosismo o ansia, tremori, emicrania, eccessiva sudorazione, immediata perdita di peso, dolore e costrizione a livello del collo.
Nei pazienti anziani l’ipertiroidismo subclinico rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la fibrillazione atriale e il tromboembolismo. In uno studio pilota svolto dall’università della sapienza, si è voluto valutare l’effetto della somministrazione di L-Carnitina e di Selenio sulla disfunzionalità tiroidea.
La L-Carnitina inibisce l’uptake nucleare degli ormoni tiroidei nei tessuti periferici, diminuendo la suscettibilità dei tessuti agli ormoni e riducendo segni e sintomi tipici dell’ipertiroidismo. Il Selenio è coinvolto nell’omeostasi dei meccanismi metabolici dipendenti dagli ormoni tiroidei e possiede un importante effetto sul sistema immunitario e sulla riduzione degli auto-anticorpi.
Nello studio è stato visto che dopo 1 mese di trattamento con L-carnitina e Selenio c’è stato un miglioramento significativo del profilo anticorpale, un miglioramento dei valori del TSH e un miglioramento della qualità di vita (si sono ridotti tremori, palpitazioni e nervosismo).
La combinazione di L-Carntina e Selenio puo’ essere considerata un nuovo approccio terapeutico nel gestire i sintomi in pazienti con ipertiroidismo subclinico.
DOTT. CRISTIAN MASTROPIETRO